Tartufo bianco d’Alba
Il tuber magnatum pico di Alba ha una forma globosa spesso anche appiattita e irregolare, con peridio giallo pallido o anche ocraceo. La gleba, percorsa da numerose venature bianche, molto ramificate, varia dal color latte, al rosa intenso, al marroncino.
Le dimensioni sono variabili. Si raccoglie dalla tarda estate, durante tutto l’autunno fino all’inizio dell’inverno.
É un fungo assolutamente spontaneo: ad oggi non esistono tecniche di coltivazione.
ISTRUZIONI PER L’USO
Come si conserva
In frigorifero (3/6 °C) avvolto in carta assorbente e chiuso in un contenitore di vetro. Un tartufo fresco può mantenersi per circa una settimana, ma conviene consumarlo il prima possibile.
Come si pulisce
Il tartufo deve essere pulito con una spazzola sotto l’acqua fredda per asportare ogni grumo di terra. Quindi va asciugato con cura e consumato dopo una decina di minuti.
Come si serve
Si utilizza l’apposito tagliatartufi, indispensabile per affettarlo a lamelle sottilissime. Più si regola fine la lama (qualche decimo di millimetro) e più si esalta il profumo.
Come si mangia
Il Tartufo bianco d’Alba è un condimento per cui si consuma crudo e mai cotto. È perfetto con tajarin, uovo al paletto, fonduta, lamellato al tavolo.
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