Dal 26 agosto all’8 settembre, mostra personale dell’artista dal titolo “Uva Uvae, declinazioni del vino” nella sala espositiva della Cantina Comunale di La Morra. La mostra è visitabile tutti i giorni con orario 10-12,30 e 14,30-18,30. Ingresso libero.
Franco Blandino, torinese, studia a Torino, conseguendo la Maturità Classica presso il Liceo San Giuseppe, per poi laurearsi, sempre a Torino, in Medicina e Chirurgia. Oggi vive a Fossano.
Il suo interesse per l’Arte Grafica ha radici familiari – la madre era dotata di raro e raffinato estro artistico – e nei suoi studi presso la Bottega d’arte torinese Tonioli e la Gipsoteca dell’Accademia Albertina.
Autore di manifesti, copertine di libri e disegni umoristici, ha anche collaborato con diverse testate giornalistiche (“La Fedeltà”, “L’Alta Val Tanaro”, “La Piazza Grande”, “Il Lancimano”) come vignettista e caricaturista. Ha partecipato alle collettive di vignette “Umoristi d.o.c.” nella squadra dei “piemontesi” accanto a grandi protagonisti dell’umorismo, come Bruno Bozzetto, Giorgio Cavallo, Danilo, Fremura, Superbi, Coco…
Lasciata del tutto la penna “graffiante” si è dedicato alla grafica ed ha conseguito il premio per “Migliore illustratore” a Ceriale. Sempre per la grafica ha avuto diversi premi e riconoscimenti nazionali.
Con il giornalista e storico Luigi Botta ha pubblicato nel 2008 il primo volume di “Savigliano – racconto per immagini di una città e della sua gente – dalle origini al 1366” e nel 2011 il secondo volume.
Dal 2014 collabora come illustratore con la “Non-rivista-on-line-di-letteratura-ed-altro” “Margutte”
Recentemente si è dedicato alla ricerca di un suo “Estetismo della luce“: l’idea è quella di “isolare” la figura in un contesto d’oro e colori che allude alla metafisica ed all’infinito, con allusione all’immortalità, come nei mosaici bizantini e, nelle opere di Klimt. La luce si infrange nei colori e si allarga appena a circoscrivere e “vestire” la figura.
La sua arte segue le rotte dell’immaginario con meticolosa cura dei particolari, tale da rendere realistiche anche le immagini più oniriche, come il castello in volo, o mitologiche, come le sirene, o del Sacro, come le dolcissime Madonne delle litanie lauretane e le icone della Via Crucis di “Passio”. Così la realtà del mondo viene descritta come un qualcosa da interpretare, da “leggere” sotto e dentro l’apparenza. Sia nelle opere pittoriche che nei disegni e nelle chine, ma anche in quelle dei fumetti e persino nelle caricature, appare una autentica vocazione alla ritrattistica dei volti e dei corpi, testimonianza non solo di sensibilità dell’artista, ma anche di attenzione del medico alla quotidiana comunicazione non verbale, agli sguardi ed agli atteggiamenti che sovente dicono più e meglio delle parole.
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